Salve, sono Rosalba Ditta,
una Neuropsicomotricista e mi accorgo ogni giorno di quanto sia difficile per i genitori capire la differenza tra una professione sanitaria e l’altra, quali siano le competenze specifiche di ognuno e quindi cosa sia giusto fare per il proprio figlio! Vi assicuro che, malgrado conosca bene la situazione, non è facile cercare di spiegare il complicato mondo della riabilitazione ad un genitore preoccupato per il futuro del proprio bambino! Cercherò in questo articolo di spiegare chi è Il Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva.
Per iniziare, il Terapista della Neuro e psicomotricità dell’età evolutiva è un professionista sanitario che ha frequentato un corso di laurea presso una facoltà di Medicina e Chirurgia, al termine del quale ha effettuato un esame pratico professionalizzante e la discussione della tesi di laurea. Il Terapista si occupa della riabilitazione di diverse patologie in età evolutiva quali ad esempio le paralisi cerebrali infantili, la disprassia evolutiva (disturbo della coordinazione motoria), i disturbi dello spettro autistico, i disturbi dell’attenzione, i disturbi dell’apprendimento, l’ADHD, le sindromi genetiche. Il lavoro del Terapista si svolge in equipe, insieme al Neuropsichiatra Infantile, al logopedista, allo psicologo, al fisioterapista.
Ma nello specifico, cosa fa un Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva? E ancora, perché scegliere la terapia neuropsicomotoria (o psicomotricità) piuttosto che la logopedia?
Inizialmente quando un bambino giunge al Neuropsicomotricista, viene fatta un’osservazione del comportamento spontaneo, del gioco, delle abilità di relazione e delle capacità organizzative. Vengono, inoltre, effettuati, qualora sia necessario, dei test per valutare le abilità motorie, prassiche, la percezione visiva, i tempi di attenzione ecc…. In seguito a ciò, viene stilato un piano di trattamento che parte dai punti di forza del bambino, per poi promuovere lo sviluppo delle eventuali abilità deficitarie.
Ciò significa che, a seconda della patologia, vengono proposti percorsi per stimolare la coordinazione motoria o ancora attività per migliorare la motricità fine delle mani e delle dita. In aggiunta a ciò, si effettuano dei giochi opportunamente selezionati e costruiti per stimolare diverse abilità quali l’attenzione, la pianificazione delle attività, il rispetto della turnazione, il disegno, l’apprendimento di diverse competenze cognitive quali ad esempio i colori, le forme geometriche ecc…, con il supporto di materiale cartaceo.
Personalmente dedico una buona parte della seduta di terapia allo sviluppo delle abilità del bambino in un contesto ludico; propongo quindi diversi giochi che motivino di più il bambino e che possano sostituirsi alle schede, spesso noiose e a volte odiate. I giochi, naturalmente, sono scelti con accuratezza, a seconda dell’obiettivo e dello scopo finale. In aggiunta a ciò, pongo attenzione anche al consolidamento del sè corporeo del bambino, alla conoscenza del proprio io interiore e all’espressione del vissuto emozionale, con l’ausilio della musica, delle abilità grafo-pittoriche o della drammatizzazione.
Con i bambini più grandi, a seconda delle difficoltà e della preparazione personale del Terapista, possono essere effettuate attività che abbiano come scopo il rafforzamento delle funzioni cognitive superiori quali l’attenzione, la memoria, la pianificazione ecc…, abilità necessarie per un corretto sviluppo degli apprendimenti scolastici.
Di solito il trattamento neuropsicomotorio viene scelto poiché è un intervento di tipo globale, che va a considerare tutte le funzioni, le competenze e la loro integrazione.
Spesso il trattamento neuropsicomotorio viene affiancato da un trattamento logopedico, oppure fisioterapico o ancora da un trattamento psicoterapeutico; a volte, invece, possono essere prescritti dei cicli di terapia neuropsicomotoria ai quali, in seguito, può essere aggiunto o proposto un tipo di trattamento diverso, a seconda delle decisioni prese dall’equipe multidisciplinare di cui il terapista fa parte. Capita di frequente che il ruolo del Neuropsicomotricista venga frainteso o sottovalutato oppure venga riservato solo ad una fascia d’età ristretta, senza tenere in considerazione l’età evolutiva nella sua totalità, tendendo a privilegiare lo sviluppo comunicativo o degli apprendimenti scolastici, senza prendere in considerazione l’evoluzione globale del bambino.